Quando si avvicina il periodo della dichiarazione dei redditi si ha a che fare con il modello F24, tramite il quale i contribuenti versano le imposte dovuto all’Erario o al Fisco.
In genere ci si affida ad un commercialista o al Caf di riferimento del proprio quartiere per la compilazione, onde evitare errori ed incorrere in sanzioni.
Tuttavia, è sempre bene avere cognizione delle nozioni base del modello F24 e soprattutto dei suoi “codici tributo”, in particolare di quello identificato con il numero ‘4033’.
Vediamo in questa guida quando si usa il codice tributo 4033, anticipando che esso identifica il versamento della prima tranche dell’Irpef.
Cosa tratteremo
Codice 4033: cos’è a cosa corrisponde
Quando si compila l’F24, si devono inserire nelle apposite caselle i codici di riferimento, ciascuno corrispondente ad una voce ben precisa. Solo in questo modo si potrà rendere automatizzato e comprensibile per i software la procedura.
Nello specifico, ad ogni codice corrisponde una nomenclatura, e sbagliare può inficiare il versamento stesso. L’Agenzia delle Entrate pubblica sul suo sito un comodo breviario nel quale identifica ogni codice per ogni necessità. Quello rappresentato dal numero 4033, oggetto della presente guida, corrisponde per esempio alla voce ‘versamento prima rata Irpef’.
Nel modello F24 il codice si inserisce accanto alla cifra versata per indicare al Fisco il pagamento effettuato.
Il codice 4033 specifica inoltre l’ammontare della rata, perché questa corrisponde al 40% dell’intera imposta, se versata usufruendo delle due soluzioni distinte.
È importante ricordare che il tributo in questione si inserisce nella sezione esatta, quella dell’Erario. Inoltre, affinché i campi siano completi, si deve indicare anche l’anno fiscale di riferimento e il numero di rate previste, oltre all’importo dell’acconto.
Come compilare il modello F24 con il codice tributo 4033
Come abbiamo anticipato, in genere a compilare il modello è il commercialista, anche se in alternativa ci si può rivolgere alla stessa Agenzia delle Entrate previo appuntamento.
Innanzitutto si può fare un primo riscontro comparando quanto inserito nell’F24 con quello contenuto nella dichiarazione dei redditi alla riga ‘RN33’. Le due cifre devono corrispondere al centesimo.
Ci sono poi due specifiche importanti che riguardano l’importo:
- se la cifra è inferiore a 51,65 €, si è esonerati dal pagamento;
- se la cifra eccede questo limite di base ma non oltrepassa comunque l’importo di 257,52 €, allora si è tenuti a pagare ma non ci si può avvalere delle rate. L’importo totale va saldato entro e non oltre il 30 novembre dello stesso anno.
Per quanto riguarda la scadenza della prima rata invece, non si può andare oltre il 16 giugno. Naturalmente è sempre possibile regolarizzare la propria posizione in ritardo, ma in questo caso ci sarà una mora da applicare, corrispondente allo 0,4% sul totale.
Ulteriori accortezze per non inficiare il codice 4033
Inserire meramente il codice non mette al riparo da eventuali sviste od errori.
Il Fisco non può conoscere la nostra posizione se, oltre al codice, non forniamo anche le specifiche ad esso associato. Non potrà sapere quante rate abbiamo previsto, perché magari non abbiamo la possibilità del saldo in unica soluzione.
Così, nel rigo corrispondente al tributo, si dovrà inserire anche la dicitura 0106, che specifica ‘prima rata di 6’. Se invece si opta per il versamento unico, si dovrà scrivere 0101, cioè unica rata.
Altro errore da non commettere è con il codice; non va mai indicato nella prima rata Irpef il codice 4034, che indica invece il saldo. Si rischierebbe di mandare in tilt il sistema con automatico controllo.
Un altro campo importante da compilare, ma in questo caso con l’ausilio di un consulente, è l’eventuale credito che si deve riscuotere dall’Erario. Questa cifra, se esistente, specifica quanto lo Stato ci deve rendere (perché magari si è guadagnato poco l’anno precedente rispetto allo stesso periodo dell’anno prima).
Il codice tributo 4033 implica quanto anticipiamo allo Stato in base all’andamento dei guadagni nel corso degli anni.
Se lo Stato deve rendere qualcosa, noi andiamo a credito, e tale cifra va inserita nel settimo spazio del medesimo rigo.
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