La prescrizione è un concetto giuridico cardinale nel sistema legale italiano, regolato dal codice civile. Questo istituto giuridico determina l’estinzione di un diritto se non viene esercitato entro un periodo di tempo specifico, definito dalla legge. La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il titolare del diritto può esercitarlo. Ad esempio, il diritto di chiedere un risarcimento per danni causati da un incidente stradale sorge dal giorno dell’incidente stesso. Da quel momento inizia a scorrere il termine di prescrizione. Il termine di prescrizione ordinario è di dieci anni, ma esistono termini più brevi per determinate situazioni, come la prescrizione quinquennale che è il focus di questo articolo.

Prescrizione quinquennale: cosa si prescrive in cinque anni

Secondo l’articolo 2948 del codice civile, diversi diritti si prescrivono in cinque anni. Tra questi troviamo:

  1. Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie
  2. Il capitale nominale dei titoli di Stato emessi al portatore
  3. Le annualità delle pensioni alimentari
  4. Le pigioni delle case, i fitti dei beni rustici e qualsiasi altro corrispettivo di locazioni
  5. Gli interessi e tutto ciò che deve essere pagato periodicamente ad anno o in termini più brevi
  6. Le indennità per la cessazione del rapporto di lavoro

Oltre a queste ipotesi tipiche, la giurisprudenza ha ampliato la lista dei diritti soggetti a prescrizione quinquennale con numerose sentenze.

La prescrizione quinquennale dei debiti Inps

Per quanto riguarda i debiti Inps, il legislatore ha distinto tra i contributi precedenti e successivi alla legge 335/1995. Per i contributi antecedenti, la prescrizione è decennale se l’Inps ha compiuto atti interruttivi della prescrizione prima del 31 dicembre 1995. Tali atti hanno interrotto la prescrizione, facendo ripartire il termine dal momento dell’atto interruttivo. Dal 1° gennaio 1996, invece, il termine di prescrizione per i debiti Inps è stato ridotto a cinque anni. Questo significa che, per i contributi non pagati successivi al 1995, il termine per richiedere il pagamento è di cinque anni. Questo cambiamento ha reso più efficiente il recupero dei crediti contributivi e ha semplificato la gestione amministrativa.

Contribuenti iscritti alla gestione separata

I contributi minori, come DS, TBC, ENAOLI, SSN, e quelli versati dagli artigiani, esercenti attività commerciali e lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata, sono soggetti alla prescrizione quinquennale. Detto ciò i contributi devono essere richiesti entro cinque anni, altrimenti cadono in prescrizione. Questo termine di cinque anni si applica anche ai contributi che questi lavoratori devono versare all’Inps. La prescrizione quinquennale assicura che i contribuenti abbiano un periodo definito entro cui regolarizzare la loro posizione contributiva. Questo sistema afferma una maggiore certezza del diritto e una coordinazione più agevole delle posizioni contributive.

Sanzioni amministrative

Per le sanzioni amministrative, l’autorità competente deve notificare l’ordinanza-ingiunzione entro cinque anni dalla violazione. Se non lo fa entro questo periodo, la sanzione cade in prescrizione e non può più essere eseguita. Questo termine di cinque anni assicura che le sanzioni vengano applicate entro un tempo ragionevole, evitando che le violazioni restino sospese per un periodo indefinito. La prescrizione quinquennale delle sanzioni amministrative aiuta a mantenere l’efficacia del sistema sanzionatorio e a promuovere il rispetto delle norme. Inoltre, assicura che i cittadini abbiano la certezza che le violazioni non potranno essere perseguite oltre un certo periodo.

Cartelle esattoriali

Anche l’Ente di riscossione, come Equitalia, deve rispettare un termine di cinque anni per notificare le cartelle esattoriali. Se la notifica non avviene entro questo termine, l’ente perde il diritto di riscossione. Ad esempio, per tributi locali come TARSU o TOSAP, la prescrizione è di cinque anni poiché si tratta di obbligazioni periodiche o di durata. La prescrizione quinquennale delle cartelle esattoriali garantisce che le richieste di pagamento non rimangano pendenti per un tempo indefinito, assicurando una maggiore trasparenza e prevedibilità nel rapporto tra contribuente e amministrazione fiscale.

Fatture commerciali

Le fatture commerciali, in generale, si prescrivono dopo cinque anni. Questo significa che, se il creditore non agisce entro questo periodo, perde il diritto di richiedere il pagamento. La prescrizione quinquennale delle fatture commerciali assicura che le transazioni commerciali siano regolate entro un periodo di tempo definito, promuovendo la certezza dei rapporti economici e finanziari. Inoltre, aiuta a evitare che i debiti commerciali restino sospese per troppo tempo, facilitando la amministrazione delle finanze aziendali e la chiusura dei bilanci.

Calcolo della prescrizione quinquennale

Il codice civile stabilisce che la prescrizione quinquennale si verifica al compimento dell’ultimo giorno del termine. Il calcolo avviene secondo il calendario comune, senza includere il giorno iniziale. Se il termine coincide con un giorno festivo, viene prorogato al giorno successivo non festivo. Questo metodo di calcolo assicura precisione e uniformità nell’applicazione dei termini di prescrizione. È importante per i titolari di diritti sapere esattamente quando scade il termine di prescrizione per poter agire tempestivamente. Un corretto controllo dei termini di prescrizione aiuta a evitare la perdita dei diritti e assicura il rispetto delle scadenze legali.